Che c’è da guardare

La critica di fronte al teatro sociale d'arte

Affrontare la diversità nel teatro è un’esperienza densa e affascinante.

Tanti artisti si sono cimentati con questa ‘arte’ delicata e complessa, raggiungendo risultati a volte sorprendenti.

Pubblico e critica sono sempre più educati a vedere e misurarsi con spettacoli che hanno al centro la diversità, nei testi come nei protagonisti.

Ma è abbastanza? Quanto lunga è ancora la strada? E qual è il modo migliore per percorrerla?

Andrea Porcheddu

Critico teatrale e studioso.

Va a teatro dal 1988, più o meno ogni sera.

Collabora con «glistatigenerali.com», con «L’Espresso», «Che-fare.com» e con altre testate nazionali e internazionali.

Lavora come autore e conduttore per Radio3 Rai.

Nel suo percorso ha incontrato Emma Dante, Ascanio Celestini, Virgilio Sieni, Ricci-Forte e molti altri artisti cui ha dedicato libri e saggi.

Tiene corsi all’Università (all’Università di Roma La Sapienza) e laboratori di critica.

Si è dedicato alle teorie critiche applicate alla scena italiana con Questo fantasma, il critico a teatro (Titivillus) e cura la collana Le Città del Teatro di Cue Press, con cui ha pubblicato il libro Che c’è da guardare? La critica di fronte al teatro sociale d’arte (2017).